Società

La Tv silenziosa

Non è vero che la Televisione fa schifo.

Da quando esiste, questo familiare prodotto della società di massa (o piuttosto ne è stata una delle cause), non ha smesso di accompagnare milioni di esseri umani attraverso tutta la durata della propria vita.
Negli Stati Uniti, come in Europa, e ovviamente in Italia, ha costituito il riferimento cui ispirarsi, e cui aspirare, pur di vedersi confortati, nel far parte di un universo parallelo e più reale di quanto possa sembrare.

La storia della nostra Tv la conosciamo un po’ tutti, quindi sappiamo bene che a parte un’iniziale attività come strumento di comunicazione e aggregazione di massa, si è pian piano trasformata in strumento di lobomotizzazione di massa, e questo grazie soprattutto alla politicizzazione che ne ha invaso i connotati, sino a trasformarla in organo di partito. Di tutti i partiti, quelli grandi ovviamente.
La schematizzazione cui ha mirato il prodotto televisivo, dagli anni settanta in poi, ha fatto sì che il pubblico, che pure è fatto di carne e ossa, si sia convinto di non avere altra scelta che accettare quel servizio, e ha indotto un circolo vizioso in cui il malcapitato utente si è ritroto schiacciato tra l’incudine dei committenti dei programmi televisivi, e il martello delle pressioni pubblicitarie, conseguendo tuttavia uno stato di beata felicità, basato sull’ignoranza realativa al mezzo. E condizionato dal carattere dominante della Tv, come ricordava Pasolini.

Difatti, con un poco di riflessione in più, risulta evidente che, come diceva Massimo Troisi, non è vero che la televisione è stupida o ignorante, è solo che le persone che vi ci “mettono dentro” non usano il cervello come potrebbero, perchè non possono, ma soprattutto perchè hanno la necessita di essere funzionali al progetto di massificazione, in cui gli istinti più bassi, trasmessi in orari di punta, vengono ricompensati da ascolti stellari.
Ciò che risulta importante acclarare, è che la maggior parte delle oscenità che vediamo in Tv, esiste perchè noi ne parliamo, e non perchè hanno un grande ascolto.

Dicendo questo intendo sottolineare che il grado di esistenza di un prodotto televisivo potrebbe risultare effimero e sottile se solo noi, che siamo aldiquà del Televisore, non aprissimo costantemente quel ponte dimensionale, parlando appunto di tale prodotto, che consente ai messaggi trasmessi di invadere il mondo reale. Che è questo, è sempre bene ricordarlo…
Che ben vengano i reality a fare ascolti da capogiro…Cinque milioni di persone saranno sempre un’esigua minoranza sui sessanta circa che affollano la nostra Penisola.
In sostanza, più che scegliere bene cosa guardare, il ché non è poco, vista anche l’abbondante offerta informativa di cui disponiamo oggi, la cosa necessaria è imparare a parlare tra di noi di ciò che può costituire valore formativo, e questo nelle relazioni quotidiane, quelle in cui ci si guarda negli occhi per intenderci.
So che potrebbe suonare come un’auto-censura ma la situazione sta un po’ degenerando, e un po’ di sana selezione non farebbe male.

Sono francamente stufo di andare dal barbiere e sentirmi raccontare storie surreali su personaggi da Grande Fr….. ecco non lo voglio nemmeno nominare…!

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